L'ho conosciuta nella sua veste "sportiva che sembri una ragazzina", ma nei suoi occhi ho letto fin da subito una luce di libertà e sensualità.
Il suo corpo le è amico e il suo sorriso conquista tutti i sessi.
Ve la presento, lei è:
"Mi chiamo Erika,
Il suo corpo le è amico e il suo sorriso conquista tutti i sessi.
Ve la presento, lei è:
"Mi chiamo Erika,
sono più vicina ai 40 anni che ai 30, ho due bellissimi bambini, un marito e una vita piena di impegni.
Capita a volte che io diventi Madame Zazou, il mio alter ego nello sfavillante mondo del burlesque.
Quello per il burlesque è un amore nato un paio di anni fa quando, in punta di piedi, mi sono decisa a partecipare ad un corso tenuto da una bravissima performer, autoironica e con una marcia in più: Black Pearl.
La mia speranza era acquistare coraggio, sicurezza, per mostrarmi agli altri in una versione che non fosse sempre quella della “mammoglie sportiva che sembra una ragazza”.
Mi sarei accontentata di sentirmi a mio agio su un paio di tacchi indossando una gonna ma poi…
Lezione dopo lezione mi sono resa conto di essere sbarcata in un mondo dove, inconsapevolmente, la mia barca aveva già trovato un rifugio sicuro da tempo: quello dell’ironia.
Perchè Burlesque è un mix di malizia, ironia, autoironia e sensualità: è un modo divertente e piacevole per gli altri, ma soprattutto PER SE STESSE, di esprimere la propria sensualità senza mai prendersi troppo sul serio.
Perchè Burlesque è un mix di malizia, ironia, autoironia e sensualità: è un modo divertente e piacevole per gli altri, ma soprattutto PER SE STESSE, di esprimere la propria sensualità senza mai prendersi troppo sul serio.
E’ la possibilità di giocare con la propria personalità scavalcando i limiti che la vita quotidiana ti impone, il tutto accompagnato da musiche di altri tempi, abiti vintage, acconciature retrò, bustini, tacchi e reggicalze.
E così, a suon di provare a camminare sui tacchi come una Miss degli anni ’40, a togliermi le calze in infiniti modi (a me prima assolutamente sconosciuti) slacciando reggicalze con solo due dita, studiando espressioni maliziose a suon di musica di altri tempi ho scoperto di piacermi più di quanto potessi immaginare, e di piacere a molte donne che vengono a vedere le esibizioni del gruppo a cui appartengo: le Anchor Girls.
Si, certo: gli uomini gradiscono i nostri spettacoli, ma da sempre sono le donne le spettatrici più appassionate del burlesque; per i costumi, il trucco, l’atmosfera e per come riusciamo a trasformarci e dimostrare che una donna può sempre stupire.
Il bello del burlesque sta nella sua inaspettata semplicità perché non è altro che un buon intrattenimento vecchio stile: tradizione, classe e divertimento… e una manciata di lustrini e follia.
Alla fine di uno spettacolo torno a casa, ripongo la valigia con gli abiti di scena, metto via le ciglia finte e vado a letto con quel tipo di soddisfazione che ti fa dormire bene: perché ho cercato di essere originale e ho divertito un pubblico, ma mai quanto mi sono divertita io”.
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